VERNISSAGE
giovedì 29 novembre | 19.30
con CONCERTO di tabla (Maurizio Murdocca)
e sitar (Paolo Avanzo)
e assaggi di cucina indiana
presso CUBET
Via Plana 26 | Milano
Aperto dal lunedì al venerdì
dalle 16.00 alle 19.00
In altri orari su appuntamento 320 1576084
Visitabile dal 29 novembre all'11 dicembre 2018
“Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti.”
Cesare Pavese, La luna e i falò
In questa bella mostra dal titolo “Contrappunti tra suoni e colori” c’è molta nostalgia per la Sicilia, per i colori visti, assaporati e assimilati dagli occhi di bambino che hanno determinato la tavolozza espressiva di Frank Coupet.
Frank ha una straordinaria capacità di cogliere nel segno, di sottolineare debolezze, inquietudini e speranze, tanto che a volte di fronte a un suo dipinto, ci si può rimirare meglio che non davanti a uno specchio.
Questo non significa che la questione della forma o del linguaggio siano indifferenti alla sua pittura, che non si sottrae certo all’analisi, ma la forma, in prima battuta, altro non è che il mezzo più idoneo elaborato dall’artista per esprimere il suo mondo.
In questo senso vale anche per lui quanto affermava Kandinskij nello “Spirituale nell’arte” che, più che un problema formale, l’arte è un problema di contenuti. Non è un “come” ma un “cosa”.
Da tali premesse Kandinskij traeva poi considerazioni utili per affermare che l’arte “è espressione dell’aspetto spirituale della realtà” dando legittimità alla nascita dell’arte astratta.
Frank Coupet pur condividendo quei pensieri, ha scelto di essere pittore di contenuti, muovendosi sul piano di una figurazione originale e intuitiva, raccontando la nostra musica, i nostri stati d’animo, la nostra fragilità.
Per gustare bene la sua pittura non bisogna avere fretta e attendere un poco e saper ascoltare.
In un mondo che sembra solo correre e che non trova il tempo per il racconto, l’artista ci invita all’ascolto di noi stessi, a lasciarci andare al nostro ritmo interiore.
Luca Rendina
E' bene non confondere Christopher Moore con l'iperrealismo, in quanto questo, oltre che operare con l'uso di fotografia ingrandita, ha come obiettivo quello di riprodurre la realtà in contrapposizione alla macchina fotografica, come voler dimostrare che, questa, strumento meccanico, non potrà mai sostituire la sensibilità e la capacità tecnica umana.
Christopher Moore surclassa l'iperrealismo e, pur mostrando una bravura sorprendente, ci presenta, con molta ironia, una realtà che di vero ha solo la sua fantasia.
Ciò che dipinge ha l'ambivalenza di ogni esistenza terrena vita-morte e nel percorso di ogni passaggio tra il reale e l'irreale la simbologia in tutte le culture dove il pomodoro veniva considerato velenoso fino al 1559 e poi, scoperte le sue proprietà, addirittura afrodisiache, si trasformò in “pomo d'amore”.
Questo frutto della terra è riprodotto nell'arte, nei secoli, da autorevoli artisti da Arcimboldo fino al massimo esponente della Pop Art, Andy Warhol, passa da una cultura negativa popolare, il Re della cucina e della nutrizione dell'arte culinaria di tutto tutto il mondo.
Così collocato in una natura morta assieme ad altri ortaggi, come la melanzana, di provenienza indo europea, all'origine come negativa “mela non sana”, si trasforma, poi, in emblema della fertilità, l'insieme per le forme e per i significati attribuiti da varie culture, Christopher Moore, non compone “nature morte” ma un “Inno alla vita” cosa che l'iperrealismo non ha come obiettivo, volendo rappresentare, maniacalmente, soltanto se' stesso.
Ciò per Moore è molto importante perché il suo dibattito verte proprio su queste dualità anche tecniche fra il mezzo tecnologico della fotografia o di strumenti moderni, tipo Photoshop, che pur mantenendo la simbologia rappresentativa, mancherebbero però dell'anima che solo l'artista, con la sua manualità e interpretazione intuiva, sa infondere.
Parafrasando Magritte che scriveva “Ceci n'est pas une pipe” possiamo, e con ragione, dire "Ce n'est pas une nature morte" anche se nel tempo si decompone, come tutte le cose fenomeniche, ma nel mentre, fra rappresentazione e decomposizione, per Christopher è il tempo della meditazione, una pausa dalla vita frenetica di oggi e uno sguardo sul processo di un altrove che solo con lo spirito si lascia intravvedere che, altrimenti, con strumenti tecnologici e la loro immediatezza, verrebbe a mancare.
Rosy Menta
Artisti
Relatori:
ROSY MENTA
presidente dell’associazione culturale exfabbricadellebambole, collezionista e gallerista
LUCA RENDINA
curatore di mostre in Italia e all'estero, esperto della comunicazione e marketing dell'agenzia Gandini&Rendina, collezionista
GIORGIO KOAN
Consigli pratici per entrare da professionisti nel mondo dell'arte
domenica 21 ottobre 2018
dalle 10.00 alle 18.00 circa
Workshop nuovo di zecca!
MATTINO – condotta da Rosy Menta, presidente dell’associazione culturale exfabbricadellebambole, collezionista e gallerista e Luca Rendina, collezionista, curatore di mostre ed esperto della comunicazione e marketing dell'agenzia Gandini&Rendina.
Le tematiche affrontate:
POMERIGGIO – approfondimento del temi esposti al mattino, condotta dal dott. Giorgio Koan, broker d'arte ed esperto del mercato anglosassone.
Si svolgerà nella nostra sede di via Arimondi, 1 a Milano.
Al termine del workshop verrà rilasciato un attestato di partecipazione.
Per info e iscrizioni inviare una mail a:
exfabbricadellebambole@exfabbricadellebambole.com
completa di telefono (o cellulare) per avere la conferma dell'iscrizione al workshop.
Iscrizione 150 € a persona.
PROMOZIONE! Se porti un amico 260 € in due!
GRATUITO per gli ASSOCIATI!
Per informazioni: 377. 1902076 | 320.1576084
Termine iscrizioni giovedì 27 febbraio!
13 OTTOBRE 2018
19.30
CUBET via Plana 26 Milano
L'ASTA PERCHÉ?
Il 10 marzo scorso abbiamo realizzato con successo la prima asta, inserendo esordienti insieme ai maestri per permettere anche di poter migliorare i propri curriculum. Quest'anno ripeteremo l'evento, ma con delle novità interessanti.
La nostra associazione si associa all' A.I.S.A. (Associazione Italiana Sindromi Atassiche - http://www.atassia.it) che celebrerà la giornata mondiale il prossimo 25 settembre cui exfabbricadellebambole devolverà il 10 % del ricavato. Inoltre verranno realizzate 2 presentazioni dell'evento:
GIOVEDì 4 OTTOBRE | 19.30
Per la giornata mondiale sull'ATASSIA il 25 Settembre exfabbricadellebambole collabora, destinando una parte del ricavato dell'Asta “Maestri&Artisti” all'A.I.S.A. e organizza una serata con la Prof.ssa Maria Litani, Presidentessa italiana dell'Associazione Italiana per la Lotta alle Sindromi Atassiche.
Durante l'evento saranno presentate le opere che verranno messe all'asta.
Verrà offerta una cena/buffet ad un prezzo esclusivo (10€) con vini D.O.C. a tutti gli appassionati d'arte e collezionisti nella bellissima ambientazione di Ristoro San Cristoforo – Canottieri Naviglio.
Posti limitati. Obbligatoria conferma partecipazione entro il 2 ottobre chiamando 377.190.2076 o 320.157.6084
MERCOLEDì 10 OTTOBRE | 19.00
Inaugurazione dell'esposizione delle opere che verranno battute all'asta, in cui sarà possibile prenotarsi per partecipare all'incanto.
presso spazio espositivo Cubet
via Plana 26 | Milano
Le opere saranno visionabili anche giovedì 11 e venerdì 12 dalle 16.00 alle 19.00.
COME ACQUISTARE?
Per chi volesse partecipare come acquirente, in calce trova i nostri contatti.
Sarà possibile partecipare all'asta anche telefonicamente prenotandosi in anticipo (377 190 2076 o 320 1576084).
CONTATTI
exfabbricadellebambole@exfabbricadellebambole.com
377 1902076 (Rosy Menta presidente)
320 1576084 (Alice Rabbi segreteria)
ARTISTI IN ASTA
CON IL SUPPORTO DI
Il titolo della mostra “Come la luna, all’improvviso” ci permette di entrare piano piano, nel mondo pittorico di Antonino Fulci.
Il nucleo centrale di queste opere ci dà il senso complessivo della visione dell’artista e ci porta a conoscere le tematiche ricorrenti che hanno caratterizzato tutto il suo percorso artistico. Nella complessità della poetica di Antonino, si coniugano sentimento e fatalità, un amalgama spesso inestricabile tra elementi cercati e ritrovati, antichi simboli e moderna attualità, interazioni di diverso genere ricavate dal nostro tempo.
Una continua altalena fra dentro e fuori e una mistura di speranza e illusione.
Sono storie quelle raccontate da Antonino, vicine e lontane, che generano spaesamento, si fondono e si evidenziano in modo assolutamente pittorico.
Si può parlare di una pittura che tocca gli aspetti più intimi dell’anima, creando pretesti per riflettere sul percorso tortuoso dell’essere umano.
Tra immagini viste e cose ripensate nel ricordo c’è uno scambio continuo, al reale si sovrappongono sensazioni di momenti profondi e intimi.
Alle certezze del realismo Antonino preferisce l’inquietudine delle domande senza una risposta facile, quindi la sua pittura non è rassicurante ma proprio per questo affascina e sorprende.
Negli ultimi lavori si intuisce una nuova via dove convivono spazi di puro colore, fra luce e buio, fra passione e malinconia, fra rumori e silenzi, è il segno che si apre a nuovi orizzonti.
Luca Rendina
Ispirati da soggetti e superfici circostanti, Giordano e Valente, si confrontano attraverso le immagini, proponendo spunti di riflessione per lo spettatore.
In questa mostra i due artisti vogliono andare oltre a ciò che colpisce al primo sguardo, mettendo in evidenza dettagli e particolari che sfuggono ad un occhio poco attento.
Sfruttando i riflessi e le inquadrature naturali che ci circondano, ci fanno immergere in una realtà che non fa capire dove finisce il tangibile e inizia l’illusorio.
(di Massimo Giordano)
Due artisti diversi ma uniti nella spontaneità. Una, Francesca Alti, che fissa frammenti con taglio
minimalista, ci presenta con foto desaturate, angoli di natura incontaminata; l’altro, Luca Rendina,
con i suoi schizzi, tratti colorati e leggeri come i ricordi, ispirati dalle canzoni che l'hanno
accompagnato, a partire dalla sua adolescenza, nel percorso della vita.
Francesca ci porta dentro un paesaggio di grande potenza che, come una forza generatrice, ci fa
ricordare la nostra appartenenza a un Tutto; Luca, ci restituisce segmenti e porzioni di memoria
che, a loro volta, ci rendono consapevoli di chi siamo, dove siamo arrivati e dove stiamo andando.
Cosa lega due artisti così “apparentemente” differenti? Essere a modo loro, due viaggiatori nel
tempo e nello spazio, fissando e annullando contemporaneamente, le differenze generazionali, due
argonauti alla ricerca dell'armonia.
(di Rosy Menta)
L'istantanea fotografica è incarnazione della memoria.
La fotografia è un modo di trasformare la realtà in immagini che collegano il passato e il presente.
"Istantanea di un'amicizia" è una mostra dove si incontrano due personalità molto speciali, Maria Mulas e Gustavo Bonora, che danno vita a un progetto davvero entusiasmante.
Le loro fotografie testimoniano il grande rispetto per la dignità individuale e l'esaltazione della bellezza interiore.
Il nostro tempo ci viene "dato" attraverso le immagini, i loro lavori, con storie personali differenti, ci aiutano a comprendere il mondo che ci circonda rendendo unica e quindi privata la rappresentazione dei particolari.
Un raro esempio di amicizia, stima, e sintonia.
(di Luca Rendina)
VERNISSAGE
martedì 18 aprile | 18.30
presso CUBET
Via Plana 26 | Milano
Aperto dal lunedì alla domenica
dalle 15.00 alle 18.30
In altri orari su appuntamento 320 1576084
Visitabile dal 17 al 22 aprile 2018
Unici indizi: un’artista, un nodo, una corda
N’ombra da Cubet: aperitivo tutte le sere dalle 18.00
Fanus nasce dalla creatività di Andrea e Massimo Clementi unita all'esperienza e manualità di Massimo Seganfreddo.
Una scultura aerea, leggera, con un'anima in ferro arancione, su cui si posa un intreccio di corde di sei colori diversi.
Un modulo ripetuto per sei volte che porta la mante alla meditazione e a perdersi in forme e curve armoniche, che creano un sottile gioco di luci e ombre, dando allo spazio un'eleganza dalle sensazioni orientali.
La vita quotidiana è un insieme di gesti quasi casuali di cui non si conosce mai il senso o l’ordine nello spazio e nel tempo.
I gesti quotidiani si fanno e si “buttano via” per farne degli altri.
Nella pittura di Enrico Porro troviamo questi piccoli gesti rubati all’intimità e poi conservati e raccontati in un diario di viaggio.
Nel suo raffinato lavoro c’è la ricerca di un sentimento chiaro, con un linguaggio chiaro, senza ombre, dove un filo di luce rubato dall’esterno traccia le linee guida di una poetica molto personale, dove declinare dei verbi al femminile: sentire, proteggere, racchiudere, pazientare, amare.
Come nella meticolosa lavorazione di un tappeto persiano, Enrico tesse eteree forme che racchiudono e proteggono.
Colazione a Istanbul è una mostra che ci porta in un viaggio alle porte d’oriente, dove l’ascolto di se stessi invita alla meditazione.
C’è qualcosa di religioso che affiora dalle sue opere, selezionando la realtà, semplificandola e riducendola al silenzio.
I suoi quadri si svolgono su una distesa di grigio, dove si intravede la linea del racconto e un intrigante texture giallo oro ci rimanda a tappezzerie damascate, tessuti preziosi di case viste o intraviste nel corso del viaggio.
Con gli spazi vuoti, semplici e spogli ci offre una pace serena, una pace, però, che dà brividi, sussulti, voci e momenti di grande riflessione.
Luca Rendina